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Cristo è il Risorto, il Vivente! Alleluia!

 

Dopo una Quaresima ed una Pasqua, al tempo stesso, surreali e pienamente autentiche, l’inizio dell’Ottava ci consegna un messaggio da accogliere e tradurre in realtà.

Dicevo che veniamo da un periodo surreale e pienamente autentico. Provo a  spiegarmi meglio. Il tempo forte della Quaresima e della Settimana Santa sono stati vissuti come mai avremmo pensato. Un invisibile nemico, un estraneo, un disturbatore dell’ordine sociale, un separatore di relazioni affettive, un omicida, si è annidato in mezzo a noi, anzi, dentro di noi, creando sospetti e diffidenza, generando panico e menzogne, producendo decisioni a dir poco discutibili. Si è introdotto persino nelle pieghe della vita spirituale, condizionando partecipazioni a riti plurisecolari. Ha fatto emergere verità fino ad ora nascoste e ha messo a nudo anche la qualità della fede. Sì, la fede in Cristo Gesù! In quel Cristo Gesù che alcuni hanno tradito – mettendolo in mano a coloro che non aspettavano altro che tacesse (finalmente!) – e che altri hanno rinnegato per paura, lasciandolo nelle mani di autorità insensibili. E poi ci sono quelli – forse una “maggioranza silenziosa” – che lo hanno semplicemente abbandonato, tornando alle loro occupazioni terrene, delusi di un Dio che non trionfa sui nemici. Alcuni, però, sono rimasti fedeli, assidui nella preghiera e concordi, radunati nei numerosi cenacoli, piccoli, quasi clandestini, ma abitati da Colui che non conosce barriere e che ama regnare nei cuori miti e umili.

La vita delle città, intanto, ha assunto un aspetto surreale, come in alcuni film di fantascienza dove si anticipava un mondo senza Dio, quasi deserto; dove ognuno, come uno zombi, procede incurante dell’altro, a debita distanza.

Chi l’avrebbe mai detto! Fino a poche settimane fa tutto era in fermento, di disordine in disordine: aborti sempre più liberi (una legge dello stato di New York, di fatto permette alle madri di abortire fino al nono mese, anche per ragioni psicologiche); eutanasia permessa anche per ragioni “esistenziali” (“sentirsi di peso” o annoiati dalla vita, come nei Paesi Bassi); mercato delle droghe leggere tollerato di fatto, in vista di una legalizzazione e magari di una futura tolleranza anche verso quelle pesanti; amore libero, ovvero libertà di prostituzione, con sconti fino al 100%; dignità dell’adulterio (al quale vengono addirittura attribuiti proprietà “terapeutiche”) con possibilità di tradimenti legittimi e composizione di nuove famiglie, allargate e diversamente composte, secondo la fantasia di ciascuno; mercato dilagante dell’esercizio della pedofilia, che ormai si vuole sdoganare come una “tendenza naturale”, magari nella prospettiva di una sua piena legalizzazione, riconoscendo ai bambini più piccoli la “libertà di decidere”; per non parlare della crescente tendenza a giustificare ormai violenze, offese, truffe, furti e omicidi sulla base delle circostanze o dell’incapacità di intendere e di volere. E altro ancora ci sarebbe, in particolare per quel che riguarda i cattolici, ormai al centro di un’offensiva in grande stile: laicismo e scristianizzazione promossi dalla massoneria, satanismo diffuso, immigrazione forzata in vista dell’islamizzazione, protestantizzazione della vita ecclesiastica.

È bastato un virus e tutto il sistema è andato in crisi, sistema sociale, economico, finanziario e politico (ma quello era già in crisi, una crisi oramai cronica). Persino i sistemi occulti, quello delle mafie, delle droghe... e quello dei piaceri di questo mondo! Tutto sembra essersi fermato. Tutti sono ora col fiato sospeso, davanti al rischio di ammalarsi o di morire o alla prospettiva di una restrizione infinita della libertà di movimento. Certo, alcuni, dopo un primo momento di sbandamento, forse si stanno già rialzando e riorganizzando, soprattutto i figli del dio denaro, per riprendere i loro loschi traffici.

D’altro canto, a fronte di una triste realtà, che rimanda a film surreali di fantascienza, si è determinata una situazione che ha permesso di vivere, in un modo quanto mai autentico, il tempo forte della Quaresima e delle festività di Pasqua, passando per la Settimana Santa. Ciò riguarda quanti hanno vissuto con fede gli eventi succedutisi. Il virus ha prodotto, certamente, smarrimento, paura, ha costretto a separazioni forzate e a privazioni prolungate, ma non ha spento la speranza in coloro che contemplano il Risorto, non ha spento l’amore per il Signore della Gioia e della Pace.

Costoro, pur nell’amaro stupore dell’alternanza di decisioni sulle chiese aperte o chiuse, dell’impedimento a partecipare all’Eucaristia (Paradiso in Terra), nella difficoltà dei movimenti (dove si preferisce consentire la libertà di movimento ai fumatori e agli accompagnatori di cani ma non ai fedeli il cui Dio è l’Unico necessario), sono rimasti saldi nella fede, forti nella tribolazione e perseveranti nella preghiera.

Costoro hanno vissuto una Quaresima senza precedenti, uniti a Maria, la Madre di Gesù e, quindi, la Madre di Dio, nella preghiera viva, con le lacrime negli occhi per l’impossibilità di stare vicino a Colui che ogni giorno si umilia sull’altare, nelle mani del sacerdote, in attesa di un Sì, di un “Eccomi, si compia in me la tua volontà!”: di un Sì autentico e totale al mistero d’amore che l’Eucaristia veicola, dove le ginocchia interiori ed esteriori, spontaneamente, si piegano ed il volto lascia spazio ad una lacrima di sincero pentimento, nella gratitudine di un perdono misericordioso e di una vita ritrovata.

Costoro hanno vissuto la Settimana Santa con lo sguardo rivolto a Gesù che ancora soffre per le malvagità e le leggerezze di un mondo egoista che ha rifiutato il Dio dell’Amore, della Pace e della Gioia, di una Europa che ha rifiutato le radici cristiane, che si allontana dalla parte più autentica di se stessa e che cammina sempre più verso il suo ennesimo fallimento.

Questi hanno intravisto negli eventi i segni di una reale Passione e, uniti al sacrificio di Gesù, come e con Maria, hanno condiviso con coraggio la sofferenza offrendola per la Salvezza di quanti, indifferenti, insultano e colpiscono, ignari di colpire se stessi.

Questi hanno vissuto con gioia immensa la celebrazione della Pasqua di Risurrezione, anche se soltanto attraverso i mezzi di comunicazione. Hanno, ancora una volta, percepito chiaramente che la sofferenza e la morte non sono l’ultima parola, ma l’ultima parola è la piena comunione con il Cristo Risorto, vivo e vero, e che il distacco avvertito con la privazione dell’Eucaristia è solo momentaneo, che presto potranno riabbracciare il loro Re e Signore. Hanno compreso meglio che la gioia e la pace, presenti nel cuore di chi Lo attende nella fede, nella speranza e nella carità, troverà piena attuazione nella definitiva comunione con Lui, l’unico Salvatore e Redentore!

Questi autentici benefattori dell’umanità, che, come Maria, Giovanni, la Maddalena e le altre pie donne, hanno accompagnato Gesù fino al Calvario, che hanno contemplato il Suo amore crocifisso, che hanno condiviso con il loro cuore le pene e le speranze, che hanno creduto alla Sua Risurrezione, oggi, lunedì dell’Angelo, sono chiamati ad una ulteriore riflessione.

Nel giorno in cui si medita l’annuncio dell’Angelo alle pie donne, colte da stupore per l’assenza del corpo di Gesù nella tomba, il mondo è costretto a rinunciare alla sua tradizionale ed ennesima scampagnata. È costretto, a malincuore, a rinunciare alla sua inaccettabile leggerezza, alla sua smodata convivialità. Eppure, nonostante ciò, nei luoghi ove è prigioniero di se stesso, continua a sacrificare, sull’altare dell’incontestato e idolatrato amor proprio, il tempo dell’Annunzio. Sì, il tempo dell’Annunzio evangelico al quale gli autentici cristiani mai rinunceranno: Cristo è risorto! È veramente risorto!

Dopo aver celebrato la Pasqua, la liturgia ci invita ad annunciare, come l’Angelo e come tutti i messaggeri di Dio che ci hanno preceduto, in ogni tempo e in ogni luogo, di ogni razza e di ogni lingua, che non abbiamo raccontato fantasie ma abbiamo incontrato il Vivente, il Risorto, abbiamo trasmesso e trasmettiamo Colui che abbiamo visto, udito e toccato, ossia il Verbo della Vita!

Dovremmo andare, vestiti di bianco, lungo le strade dei nostri villaggi o delle nostre città, annunciando la Bella e Buona notizia: Io, Gesù, l’ho incontrato! E mi ha detto di dirvi che vi ama e che vi aspetta ai piedi dell’altare, nell’umiltà di poco pane e poco vino, per una gioia ed una pace senza fine! Lui dice: venite a Me voi tutti affaticati e oppressi, ed Io vi ristorerò! Io sono la Via, la Verità e la Vita! Nessuno giunge al Padre, al Suo abbraccio misericordioso, se non per mezzo di Me!

Risuonano con potenza le parole pronunciate da Gesù: “Andate ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze” (Mt 22,9); ed ancora: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15).

Del resto il Suo desiderio è che tutti divengano figli adottivi attraverso l’adesione sincera ed il cammino di santità: “Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19).

 

13 aprile 2020

 

Fr. Cristoforo A. ofm

Medit-Azione Aprile 2020

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