top of page

Francesco, un volto… quello di Cristo

 

 

In tutto il mondo si parla di Francesco d’Assisi, soprattutto quando si tratta di riflettere e promuovere la pace. E ciò non soltanto fa piacere ma rivela la profonda connessione di lui con questa fondamentale e necessaria dimensione, in un tempo in cui, a motivo delle tante guerre, piccole e grandi, nel cuore e nelle relazioni (familiari, comunitarie, sociali, nazionali e internazionali), l’umanità avverte l’esigenza di tornare a gustare quella serenità, personale e relazionale, che muove dalla fiducia e dal bene comune.

Certamente, Francesco d’Assisi può fornire un contributo prezioso a coloro che, desiderosi di cogliere le ragioni di una pace duratura, si pongono in attento ascolto e con umiltà si aprono a Colui che, solo, può concedere di gustarla.

Egli ne fece esperienza prolungata e profonda, ne diventò esperto maestro, a tal punto da essere definito Araldo della Pace. Asseriva che il Signore stesso volesse che salutasse tutti così: Il Signore vi dia Pace!

Tutto, in lui, convergeva verso di essa, verso lo Shalom, verso l’unità dell’essere, la sua integrità, la sua armonia. Diceva a tutti: Voglio portarvi in Paradiso! Sì, lì regna la Pace per sempre!

Volendo esprimere questo suo apostolato, che traspariva da ogni fibra del suo essere, dovremmo parlare dei suoi tratti principali considerando alcuni punti fondamentali della sua vita spirituale: la preghiera, la profonda devozione mariana, l’importanza della Confessione e dell’Eucaristia, l’amore per la Parola di Dio e per l’Altissima povertà, la preziosità della vita fraterna e della Pace nella Riconciliazione, ed in ultimo, della santa obbedienza nei confronti della Chiesa.

Facciamo parlare, quindi, lui e le testimonianze dei suoi frati, quelli che hanno respirato il clima spirituale delle origini.

 

  • La preghiera

 

[Francesco], spesso senza muovere le labbra, meditava a lungo dentro di sé e, concentrando all'interno le potenze esteriori, si alzava con lo spirito al cielo. In tale modo dirigeva tutta la mente e l'affetto a quell'unica cosa che chiedeva a Dio: non era tanto un uomo che prega, quanto piuttosto egli stesso tutto trasformato in preghiera vivente. (FF 682)

 

  • La devozione mariana

 

Circondava di indicibile amore la Madre del Signore Gesù, per il fatto che ha reso nostro fratello il Signore della Maestà e ci ha ottenuto la misericordia (1Pt 2,10). In Lei, principalmente, dopo Cristo, riponeva la sua fiducia e, perciò, la costituì avvocata sua e dei suoi. In suo onore digiunava con gran devozione dalla festa degli apostoli Pietro e Paolo, fino alla festa dell’Assunzione. (FF 1165)

 

Nella chiesa della Vergine Madre di Dio (Santa Maria degli Angeli) dimorava, dunque, il suo servo Francesco e supplicava insistentemente con gemiti continui Colei che concepì il Verbo pieno di grazia e di verità (Gv 1,14), perché si degnasse di farsi sua avvocata. E la Madre della misericordia ottenne con i suoi meriti che lui stesso concepisse e partorisse lo spirito della verità evangelica. (FF 1051)

               

  • La Confessione e l’Eucaristia

 

Dobbiamo anche confessare al sacerdote tutti i nostri peccati e ricevere da lui il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo. Chi non mangia la sua carne e non beve il suo sangue, non può entrare nel regno di Dio. Lo deve però mangiare e bere degnamente, poiché chi lo riceve indegnamente mangia e beve la sua condanna, non discernendo il corpo del Signore, cioè non distinguendolo dagli altri cibi. (FF 189)

 

Badate alla vostra dignità, fratelli sacerdoti, e siate santi perché egli è santo. E come il Signore Iddio vi ha onorato sopra tutti gli uomini, con l'affidarvi questo ministero, così voi amatelo, riveritelo e onoratelo più di ogni altro uomo. Grande miseria sarebbe, e miseranda meschinità se, avendo lui cosi presente, vi curaste di qualunque altra cosa che esista in tutto il mondo. (FF 220)

 

Tutta O ammirabile altezza e degnazione stupenda! O umiltà sublime! Guardate, fratelli, , ed aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati. . (FF 221)

 

  • La Parola di Dio

 

La sua aspirazione più alta, il suo desiderio dominante, la sua volontà più ferma era di e di imitare fedelmente con tutta la vigilanza, con tutto l'impegno, con tutto lo slancio dell'anima e del cuore la dottrina e gli esempi del Signore nostro Gesù Cristo. (FF 466)

 

Facciamo attenzione, noi tutti chierici, al grande peccato e all'ignoranza che certuni hanno riguardo al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo e ai santissimi nomi e alle sue . Sappiamo che . Niente infatti possediamo e vediamo corporalmente in questo mondo dello stesso Altissimo, se non il corpo e il sangue, i nomi e le parole medianti le quali siamo stati creati e redenti "da morte a vita". (FF 207)

 

  • L'umiltà

 

Fedele servo e imitatore perfetto di Cristo, Francesco, sentendosi completamente trasformato in Cristo per virtù della santa umiltà, desiderava nei suoi fratelli l'umiltà sopra tutte le altre virtù, e li incoraggiava senza sosta e affettuosamente, con le parole e l'esempio, ad amare questa grazia, desiderarla, acquistarla e conservarla. Ammoniva specialmente i ministri e i predicatori, inducendoli a dedicarsi a opere di umiltà. (FF 1768)

 

  • La povertà

 

Tra gli altri doni e carismi che il generoso Datore concesse a Francesco, vi fu un privilegio singolare: quello di crescere nelle ricchezze della semplicità attraverso l'amore per l'altissima povertà. Il Santo, notando come la povertà, che era stata intima amica del Figlio di Dio, ormai veniva ripudiata da quasi tutto il mondo, volle farla sua sposa, amandola di eterno amore, e per lei non soltanto lasciò il padre e la madre, ma generosamente distribuì tutto quanto poteva avere… Spesso richiamava alla mente, piangendo, la povertà di Gesù Cristo e della Madre sua, e affermava che questa è la regina delle virtù, perché la si vede brillare così fulgidamente, più di tutte le altre, nel Re dei Re e nella Regina sua Madre.  (FF 1117)

 

  • La minorità

 

Francesco fondò l'Ordine dei frati minori, ed ecco in quale occasione gli diede tale nome. Mentre si scrivevano nella Regola quelle parole: "Siano minori", appena l'ebbe udite esclamò: "Voglio che questa Fraternità sia chiamata Ordine dei frati minori". E realmente erano "minori"; "sottomessi a tutti" e ricercavano l'ultimo posto e gli uffici cui fosse legata qualche umiliazione, per gettare così. Le solide fondamenta della vera umiltà, sulla quale si potesse svolgere l'edificio spirituale di tutte le virtù. (FF 386)

 

Colui al quale è affidata l'obbedienza e che è ritenuto maggiore sia come il minore e servo degli altri fratelli, e usi e abbia nei confronti di ciascuno dei suoi fratelli quella misericordia che vorrebbe fosse usata verso di sé qualora si trovasse in un caso simile. (FF 197)

 

  • La vita fraterna

 

Si amavano l'un l'altro con un affetto profondo, e a vicenda si servivano e procuravano il necessario, come farebbe una madre col suo unico figlio teneramente amato. Tale era l'affetto che ardeva loro in cuore, che erano pronti a consegnarsi alla morte senza esitare, non solo per amore di Cristo, ma anche per salvare l'anima o il corpo dei fratelli. (FF 1446-1450)

 

  • La Riconciliazione e la Pace

 

Mentre un giorno cavalcava nei paraggi di Assisi, [Francesco] incontrò sulla strada un lebbroso. Di questi infelici egli provava un invincibile ribrezzo, ma stavolta, facendo violenza al proprio istinto, smontò da cavallo e offrì al lebbroso un denaro, baciandogli la mano. E ricevendone un bacio di pace, risalì a cavallo e seguitò il suo cammino. Da quel giorno cominciò a svincolarsi dal proprio egoismo, fino al punto di sapersi vincere perfettamente, con l'aiuto di Dio. (FF 1407)

 

Un giorno, [Francesco] passò accanto alla chiesa di San Damiano, quasi in rovina e abbandonata da tutti. Condotto dallo Spirito, entra a pregare, si prostra supplice e devoto davanti al Crocifisso e, toccato in modo straordinario dalla grazia divina, si ritrova totalmente cambiato. Mentre egli è così profondamente commosso, all'improvviso - cosa da sempre inaudita! - l'immagine di Cristo crocifisso, dal dipinto gli parla, movendo le labbra, «Francesco, - gli dice chiamandolo per nome - va', ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina». (FF 593)

 

  • L’obbedienza alla Chiesa

 

La Regola e vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità. Frate Francesco promette obbedienza e reverenza al signor papa Onorio e ai suoi successori canonicamente eletti e alla Chiesa romana. E gli altri frati siano tenuti a obbedire a frate Francesco e ai suoi successori. (Rb FF 75-76)

bottom of page